venerdì 1 luglio 2011

La parola a... Nicola Natali

Nicola Natali è un ragazzo sveglio e volenteroso, che ama alla follia la sua città, nonostante viva a Trento perché la sua carriera di giocatore di basket lo ha portato al Nord Italia.
A campionato finito però non vede l’ora di tornare a Montecatini, per stare in tranquillità con la sua famiglia e gli amici di sempre.
Quest’anno, al suo ritorno, ha trovato e condiviso la novità dell’Isola Pedonale e incontrandolo a passeggio ci ha raccontato un po’ della sua vita universitaria e cestistica…

1) Nicola Natali, ala della Aquila Basket Trento, raccontaci che esperienza stai vivendo alla seconda stagione in Trentino?

La scorsa ho avuto un paio di offerte dalla Legadue che ho dovuto prendere in considerazione... poi la serietà della società trentina e la voglia di mettermi di nuovo in discussione, con un ruolo più importante, mi ha stimolato e mi ha portato a proseguire questo cammino. Siamo partiti con una squadra completamente nuova e allenatore nuovo e abbiamo fatto un girone d’andata super che ci ha permesso di giocarci la Coppa Italia proprio a Montecatini.

2) Nelle ultime stagioni a Montecatini avevi già dimostrato il tuo valore, conquistando diverse convocazioni per stage con la maglia azzurra…

A Montecatini ho avuto la possibilità di crescere con un settore giovanile di alto livello e di entrare presto a far parte della prima squadra in Legadue per fare i primi passi in campo, poi l ultimo anno a Montecatini in serie B è stato molto importante perché mi ha dato la possibilità di giocare tanti minuti in un campionato che  ti permette di crescere molto.

3) E’ stato difficile separarsi dalla tua Montecatini: sia per le difficoltà societarie, sia dal punto di vista umano?

E’ stato molto difficile separarmi principalmente per due motivi: il primo è l’attaccamento che avevo ed ho con l’allenatore Angelucci, e tutta la società che per me è stata come una famiglia compreso Simone Galligani e con tutti i tifosi che per me sono amici parenti o comunque tutti conoscenti; in secondo luogo per crescere avevo bisogno di fare una esperienza fuori da casa e staccarmi dai miei genitori dalla mia famiglia, da mio nipotino e tutti amici e affetti è stato difficile!!

4) Sappiamo che oltre a giocare stai continuando gli studi. Quanto è complicato far conciliare la carriera di giocatore, a quella di studente?  

Un giorno un amico mi ha fatto conoscere l’Università che stava frequentando, convincendomi e facendola  diventare quella che periodicamente mi porta a fare ore e ore di viaggio per dare un esame:
Scienze Giuridiche Economiche e Manageriali dello Sport a Teramo.
Sono sempre stato abituato ad affiancare la scuola e quindi lo studio al basket ottenendo sempre ottimi risultati; certamente la difficoltà maggiore è la lontananza che ti porta ad avere pochi contatti e di dover andare quasi alla cieca a dare gli esami preparandoli, completamente da solo, ma cercare di crearmi un "dopo basket" per me è fonte di grande stimolo!

5) Qual è il giocatore che ti creato maggiori grattacapi giocandoci contro e marcandolo?

In serie B Reati classe’88 Treviglio.

6) Il compagno di squadra che ammirato di più in allenamento?

E’ impossibile non nominare la coppia Niccolai-Boni, due campioni dai quali ho sempre cercato di imparare il più possibile!!!

7) A cosa aspira, agonisticamente parlando, Nicola Natali?

Il mio obiettivo è quello di fare bene con Trento; il mio sogno è di giocare in serie A con Montecatini.

8) Il tuo numero di maglia preferito è sempre stato l’otto ci spieghi il perché?

Inizialmente lo scelsi perché il mio idolo cestistico è Gallinari, poi per caso, agli europei Under 18, in Grecia, mi assegnarono questo numero ed infine il mio nipotino Lorenzo, vedendomi sempre giocare, fu il primo numero che imparò e di conseguenza il suo preferito.

9) Sei molto amico di Danilo Gallinari, cestita azzurro, che gioca per Denver in NBA.Come è nato questo rapporto?

Il mio rapporto con Gallinari è nato grazie ad alcune nostre sfide nelle giovanili...poi ho avuto l’onore di essere convocato ad un raduno della Nazionale in cui c’era anche lui e abbiamo fatto amicizia.
Inoltre mio babbo, ex dg di Milano, lo ha portato all’Armani Jeans e da lì la nostra amicizia si è consolidata.

10) Com’è Montecatini vista da fuori? Qual’è un consiglio che daresti, per rendere migliore la città?
Montecatini la considero una città bellissima in cui vivere, in cui crescere dei bambini ed introdurli all’attività sportiva. Un consiglio che darei a tutte le famiglie montecatinesi e non solo è quello di far praticare fin da molto piccoli ai propri fogli una attività sportiva che li responsabilizzi, li faccia divertire, li aiuti a stare in un gruppo e a creare delle amicizie.
Tutto ciò eviterà ai ragazzini di stare tutto il giorno in giro con motorini, o a giocare alla play, o altre cose sicuramente peggiori. Per questo un altro consiglio è quello di sfruttare al massimo la storia che la nostra città si è creata intorno allo sport con personaggi molto importanti.

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