Isola Termale e Benessere la parola a Luca Barni

Wellness, o per dirlo in italiano benessere: una parola che tanti sentono nominare ma a cui molti non danno molta importanza. E’, invece, uno dei termini chiave dell’Associazione Culturale “Officina del Movimento”, nata da un’idea di alcuni giovani laureati in scienze motorie. Vediamo cosa ci ha raccontato il Presidente Luca Barni.

Che tipo di Associazione è “Officina del Movimento”?

E’ un’Associazione Culturale che io, mia sorella Daniela e Francesco Bruni abbiamo creato per informare i cittadini su eventi e corsi attinenti il movimento a 360 gradi sia nel campo medico che in quello delle scienze motorie e della cultura dell’attività educazionale e formativa.

Che tipo di attività svolgete?

Il nostro è un centro di attività motoria adattata adeguata ai vari problemi delle persone per arrivare a rieducare funzionalmente il movimento corretto. Si vanno a trattare problemi come lombalgie, dolori alle ginocchia, caviglie e spalle ovvero alle maggiori articolazioni del nostro corpo. Inoltre eseguiamo lavori di prevenzione per mantenere o potenziare il background motorio e posturale in modo tale da non incorrere in disfunzioni funzionali. Tutto questo serve per non far arrivare le persone ad avere dolore, cioè al segnale che invia il nostro corpo per far sapere che qualcosa non va. Quando c’è dolore, infatti, si è già creata la situazione che ormai non si può più evitare.

Con la vostra Associazione eravate presenti al Time Out la scorsa settimana. Quali erano le attività del vostro stand?

Nella manifestazione abbiamo curato la parte del benessere. La nostra area era divisa in più isole. In quella Olistica ci occupavamo dell’osteopatia, della riflessologia plantare e dei trattamenti shiatsu con fisioterapisti specializzati. In quella Posturale, invece, era possibile provare alcuni strumenti come la Panca Six che previene e cura le principali sindromi da sovraccarico dell’apparato muscolo tendineo. Nell'isola dell’Allenamento Funzionale, infine, ognuno poteva sperimentare il Kit Arke della Technogym, che comprende le Water 8Ball (semisfere riempite d’acqua), il Pendulum (un’asta con una sfera che funge da peso) e le Twin Club (due clave da usare sia congiunte che separate).

Come è stata l’affluenza di pubblico nella vostra area? Ha mostrato interesse?

Il nostro spazio ha richiamato molto pubblico perché venivano proposte tecniche nuove rispetto a quelle tradizionali. La gente era incuriosita e all’inizio diffidente, ma poi si sono accorti del beneficio di questi strumenti grazie ai quali si cura non solo l’aspetto fisico ma anche quello psicologico. Le persone sono sempre più alla ricerca di tecnologie alternative per rimanere in salute, per prevenire cure farmacologiche importanti.

Da alcuni anni collabori con una delle realtà sportive più importanti della città: lo Sporting Club 1949. Che tipo di lavoro svolgi con gli atleti rossoblu?

Ho iniziato a lavorare con la squadra di basket montecatinese dal 2009 quando era RB. Inizialmente insieme a Francesco Bruni mi occupavo principalmente della preparazione atletica, poi abbiamo deciso di dividerci i compiti. Lui continua a lavorare nella parte atletica mentre io mi dedico al recupero dagli infortuni e al lavoro osteopatico.

Quest’anno è stata un’esperienza ancora più importante soprattutto dal punto di vista delle relazioni umane. In più fino alla stagione passata avevo collaborato con Andrea Niccolai come atleta e ora, invece, è passato a rivestire un ruolo diverso, in ambito direttivo. Inoltre mio fratello Riccardo è all’interno della società in qualità di Dirigente Responsabile e questo mi permette di sentirmi ancora di più attaccato alla società. Lo Sporting Club, poi, è la squadra della città, un patrimonio per Montecatini e per tutti i montecatinesi.

A proposito di Montecatini Terme: dal 1 giugno la città può godere dell’Isola Pedonale. Cosa ne pensi di questo progetto?

Quando vengono fatti questi stravolgimenti c’è sempre un grosso mormorio. Bisogna avere una visione più ampia e capire che sono scelte che costano sacrifici iniziali e bisogno di adattamento perché diventi un’abitudine. Dobbiamo pensare che Montecatini è una città che si può visitare anche a piedi. Cosa dovrebbero pensare i cittadini di grandi realtà come Milano e Roma? Eppure anche loro hanno zone pedonabili. Si è dovuto cercare di fare un progetto senza danneggiare soprattutto gli alberghi e i negozi, anche se non credo che non possa esistere una soluzione che riesca a mettere d’accordo tutti. Si deve capire che se non si fanno cambiamenti non si andrà avanti mai.

C’è qualche suggerimento che vorresti dare per cercare di sfruttare meglio la città soprattutto per quanto riguarda le attività all’area aperta?

Sarebbe bello avere degli Operatori di Benessere, figure rappresentate da laureati in Scienze Motorie che accompagnino le persone attraverso percorsi all’aria aperta per fare attività motorie codificate come ad esempio passeggiate attraverso la natura con esperti che aiutino le persona a non svolgere attività dannose per il loro organismo. Per creare questa figura ci sarebbe bisogno di un accordo con albergatori, Concommercio o altre figure in grado di portare finanziamenti, però potrebbe essere un ruolo importante per valorizzare molto anche gli anziani e i bambini e sfruttare al meglio le nostre risorse ambientali.